domenica 30 novembre 2008

Babbo Natale etnico

Vi posto di seguito un video divertentissimo che ho visionato su youtube riguardo a Babbo Natale : http://www.youtube.com/watch?v=w617LYWX6hA !!! Non ve ne pentirete !!

Le canzoni di Natale (per chi le avesse dimenticate)


Nel corso degli anni la figura di Babbo Natale ha ispirato molte canzoni e persino alcune opere per orchestra. Già nel 1853 Louis Antoine Jullien compose un'opera dal titolo Santa Claus, che fu rappresentata a New York ed ottenne alterni successi. Ecco alcune canzoni più note che hanno come argomento Santa Claus:
"Up on the Housetop", melodia tradizionale
"Jolly Old St. Nicholas", melodia tradizionale
"Santa Claus is Coming to Town" (
1935) di J. Fred Coots e Haven Gillespie
"Here Comes Santa Claus" (
1947) di Gene Autry e Oakley Haldeman
"Santa Baby" (
1953) di Joan Javits, Philip Springer e Tony Springer, cantata da Eartha Kitt
"Little Saint Nick" (
1963) di Brian Wilson, cantata dai Beach Boys
"I Believe in Father Christmas" (
1977) di Greg Lake e Peter Sinfield, cantata da Emerson, Lake & Palmer
"The Night Santa Went Crazy" (
1996) di Weird Al Yankovic (satirica)

Dove abiterà mai Babbo Natale?La risposta al dubbio più grande di chi è stato bambino almeno una volta nella vita...


La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni: negli Stati Uniti si sostiene che abiti al Polo Nord (situato per l'occasione in Alaska) mentre in Canada il suo laboratorio è indicato nel nord del paese[19]; in Europa è più diffusa la versione finlandese che lo fa abitare nel villaggio di Rovaniemi, in Lapponia. Altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, e della Groenlandia. Nei paesi dove viene identificato con San Basilio, viene talvolta fatto abitare a Cesarea.
Con l'avvento di
Internet, sono stati pubblicati alcuni siti Web affinché i bambini e gli adulti interessati potessero simbolicamente seguire via radar il percorso di Babbo Natale.[20] In realtà si tratta di un jet della US Air Force che parte da una base canadese per arrivare a Città del Messico. Ma gli intenti di seguire le gesta di Babbo Natale sono di molto precedenti. Ad esempio, nel 1955 Sears Roebuck, un grande magazzino di Colorado Springs, negli Stati Uniti, distribuì ai bambini il fantomatico numero di telefono di Babbo Natale, da chiamare il giorno della vigilia.
Per un errore di stampa il numero corrispondeva però al comando della difesa aerea, che allora si chiamava CONAD (Continental Air Defense Command), un precursore del
NORAD (North American Aerospace Defense Command). Harry Shoup, il comandante di turno quella sera, quando cominciò a ricevere le prime telefonate dei bambini si rese conto dell'errore e disse loro che sui radar c'erano davvero dei segnali che mostravano Babbo Natale in arrivo dal Polo Nord.
Dal
1958, anno di creazione del NORAD, statunitensi e canadesi hanno approntato un programma congiunto di monitoraggio di Babbo Natale, che ora è disponibile per tutti i bambini sul sito Web del nuovo comando della difesa aerea[21].Allo stesso modo, molte stazioni televisive locali sparse per il Canada e gli Stati Uniti danno conto ai propri telespettatori della posizione di Babbo Natale, facendolo seguire dai propri meteorologi.
Sono anche disponibili alcuni siti Web che seguono Babbo Natale tutto l'anno, mostrando le attività che si svolgono presso la sua fabbrica di giocattoli. In molti casi sono pubblicati anche indirizzi
e-mail a cui inviare una versione più moderna delle letterine cartacee a Babbo Natale

La lettera a Babbo Natale


L'abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. Le lettere contengono di solito una lista dei giocattoli desiderati e la dichiarazione di essere stati buoni. È interessante notare che alcuni sociologi hanno scoperto che le lettere scritte dai bambini e quelle delle bambine sono di tipo diverso. Le bambine di solito scrivono lettere più cortesi e più lunghe, anche se le loro richieste non sono superiori a quelle dei bambini, e usano più espressioni per parlare della natura del Natale. Nelle lettere delle bambine si trovano anche più spesso richieste di regali destinati ad altre persone.[17]
In molti paesi, le Poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale per spiegare che sono stati buoni e desiderano ricevere dei doni; in alcuni casi le risposte vengono fornite dagli stessi impiegati postali o da volontari.
In
Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0H 0H0[18](si veda la voce ho ho ho!) e dal 1982 sono oltre 13.000 gli impiegati delle poste canadesi che si sono portati volontari per rispondere alle lettere. In altri casi sono associazioni caritatevoli dedicate all'infanzia a rispondere alle lettere che vengono dalle zone più povere o dagli ospedali pediatrici, per dare ai bambini dei doni che altrimenti non potrebbero ricevere.

Babbo Natale : il trailer


La moderna figura di Babbo Natale, che tutti conosciamo, deve le sue origini alla mescolanza di tradizioni folcloristiche europee che nell’arco dei secoli si sono sposate dando vita a questo personaggio, così caro alla tradizione natalizia.Sebbene il risultato odierno della trasposizione culturale dei miti e delle leggende, che ruotano intorno a questa figura misteriosa, sia unanimemente riconosciuto e rappresentato, il cammino che ha portato al prodotto finale presenta suggestioni di grande interesse culturale. Il personaggio di Babbo Natale viene infatti chiamato con nomi diversi a seconda della tradizione folcloristica che lo ha preceduto, vi sono infatti Santa Claus, Joulupukki, Sinterklaas, Kris Kringle, Died Maroz, Djed Božicnjak, etc. anche se la matrice più amata è quella di San Nicola, sebbene poi le figure abbiano origini storiche diverse. Andando ad analizzare il vasto modo delle suggestioni natalizie legate a Babbo Natale troviamo leggende e fonti molto somiglianti nelle intenzioni pedagogiche di questo personaggio.In Russia ad esempio le rappresentazioni di Babbo Natale sono strettamente connesse al personaggio di Nonno Gelo, un vecchietto che porta doni ai bambini, vestito di rosso e con una lunga barba bianca.Le rappresentazioni correnti di Babbo Natale lo raffigurano come un vecchietto gioviale, corpulento, solitamente occhialuto con un costume rosso ad inserti in pelliccia bianca e con una lunga barba bianca. La tradizione vuole che nella sera di Natale egli salga sulla propria slitta trainata dalle otto renne volanti, si infili nei caminetti di ogni famiglia dove ci sia un bambino e porti i doni a tutti coloro che sono stati buoni. Per fare tutto ciò Babbo Natale sfrutta l’aiuto della magia e in una sola notte porta i doni a tutti i bambini del mondo. Nell’arco dell’anno Babbo Natale si gode una vita casalinga con la signora Natale e con i suoi elfi, gli aiutanti, che si occupano della costruzione artigianale dei giocattoli per il Natale a venire. Dove Babbo Natale abiti è una di quelle circostanze che, come il nome, cambiano in base al paese in cui ci si trova, negli Stati Uniti si sostiene abiti al Polo Nord, per i Canadesi è in Canada, in Europa è un Lappone, ma in altre tradizioni questa figura viene collocata in Svezia o in Groenlandia.Se vogliamo andare a fondo nella ricerca delle origini di Babbo Natale troviamo che spesso coincidono con la già citata figura cristiana di San Nicola di Mira (noto anche come San Nicola di Bari, dive sono attualmente esposte le reliquie). San Nicola era un vescovo del IV e Mira era una città della Licia, provincia dell’impero Bizantino. San Nicola era famoso per le generose elargizioni di doni in favore dei poveri e per aver regalato tre doti a tre sorelle che altrimenti si sarebbero dovute prostituire. San Nicola è protettore di molte categorie di persone fra le quali i bambini, e la tradizione lo riconosce come la fonte più autorevole di derivazione per la figura di Babbo Natale. In Italia poi la figura di “San Nicolò” è amata dai piccoli spesso più di quella di Babbo Natale.In altre culture Babbo Natale viene avvicinato ad un’altra figura cristiana, quella di un vescovo San Basilio che era originario di Cesarea. Tuttavia prima della conversione al cristianesimo, le culture pagane vedevano la presenza di personaggi a cui si accosta molto bene la deriva odierna del nonno più famoso al mondo. Il folklore tedesco narrava del dio Odino, il quale ogni anno teneva una battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale, accompagnato da altri dei e da guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i proprio stivaletti vicini al caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero, questo per sfamare il cavallo del dio, che in segno di riconoscenza sostituiva il cibo con dei dolciumi. La contaminazione culturale nei secoli ha associato questa usanza alla figura cristiana di San Nicola, in Belgio e in Olanda infatti i bambini appendono al caminetto le proprie scarpe piene di paglia perché il santo passi e le riempia di dolci.Le tradizioni sono poi molto simili, si vede infatti come questa cultura germanica arrivò negli Stati Uniti attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam e New York prima della conquista britannica, e queste tradizioni stanno alla base dell’abitudine odierna di appendere le calze al caminetto, molto simile per altro a quella italiana del 5 gennaio per l’attesa della befana. È sempre la tradizione germanica poi a fornire lo spunto per un’altra interpretazione della figura di Babbo Natale, molto suggestiva ed intrigante, che narra delle vicende di un sant’uomo, spesso identificato con San Nicola, alle prese con un demone. La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle abitazioni attraverso la canna fumaria di notte, aggredendo ed uccidendo i bambini in modo orribile. Il sant’uomo vaga alla ricerca del demone e una volta trovatolo lo cattura imprigionandolo con ferri magici o benedetti (a volte sono gli stessi ferri di Cristo). Una volta catturato il sant’uomo costringe il demone a recarsi di casa in casa portando doni ai bambini per fare risarcimento dei danni arrecati nel passato. Spesso il demone è costretto a compiere questa buona azione ogni anno e disgustato dalla bontà del gesto decide di tornarsene all’inferno, altre volte invece il compito trasforma i demone in una creatura buona, che decide di riunire gli altri demoni o folletti a lui simili portando doni di anno in anno e divenendo quindi Babbo Natale. Una olandese vede il demone nelle vesti di un Uomo Nero (figura ricorrente anche nella nostra tradizione) che picchiava i bambini con un bastone per portarseli poi in Spagna nel suo sacco (c’è da dire che questa versione richiama avvenimenti storici, l’Andalusia un tempo era infatti sotto il dominio dei mori). Oggi giorno, la figura è più comunemente nota con il nome di Santa Claus, ispirazione religiosa di un Babbo Natale preesistente britannico, che riconosciamo come u vecchietto barbuto e corpulento che rappresentava lo spirito della bontà del Natale, e che ritroviamo anche nel famosissimo romanzo di Charles Dickens come lo spirito del Natale presente. Il nome di Santa Claus è derivato sempre da San Nicola, ma con la mediazione di una precedente denominazione olandese: Sinterklaas. Gli abiti con cui viene raffigurato questo santo sono poi riconducibili ad un abbigliamento di richiamo liturgico, ed è evidente quindi l’accostamento al vescovo di Mira. C’è da dire poi che spesso le date in cui i doni vengono consegnati cambiano di paese in paese, se Babbo Natale consegna i doni in coincidenza con la data religiosa della nascita di Cristo, San Nicola invece è il 6 dicembre che compie la sua tournè intorno al mondo. Col passare del tempo Santa Claus ha perso gli attributi vescovili, unificando gli aspetti della tradizione pagana olandese con la versione britannica. È solo poi nel 1823 che Babbo Natale diventa un oggetto di attenzione commerciale, con la pubblicazione di un racconto a lui dedicato in cui per la prima volta compaiono anche le renne con i relativi nomi.Inizialmente Santa Claus aveva vesti di colore diverso, ma il rosso divenne presto il colore dominante, specialmente dopo la pubblicazione delle prime cartoline che lo raffiguravano e al lancio pubblicitario della coca cola, che associava la propria marca ai colori del famoso vecchietto, una trovata commerciale rivoluzionaria di Haddon Sundblom. La versione moderna ritrae poi gli elfi come operai di una fabbrica, una rivisitazione contemporanea della versione tradizionale che li vede artigiani. La tradizione vuole poi che i bambini siano invogliati a scrivere delle lettere a Babbo Natale in cui chiedere i doni spiegando quanto sono stati buoni nell’arco dell’anno, e con l’avvento dell’era moderna sono state poi ideate una serie di iniziative per garantire la persistenza di questo mito: in molti paesi le poste accettano le lettere dei bambini, e i dipendenti postali rispondono alle richieste con cortesia, vi sono poi siti internet in cui è addirittura possibile monitorare gli spostamenti di babbo natale. La versione moderna di Babbo Natale viene poi spesso vista come una semplice trovata commerciale, dato anche l’accostamento di tale figura alla festa cristiana. Il ruolo di questo vecchietto oggi è decisamente inflazionato proprio a causa delle trovate commerciali, ma le radici culturali da cui sorge questa figura si perdono nella notte dei tempi e riguardano la fede, la favola ed hanno un valore pedagogico non indifferente, non è un caso poi che è ai bambini che si rivolge questo personaggio, invitandoli ad essere buoni nell’arco di tutto un anno per ottenere un compenso in una magica notte d’inverno.


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LA STORIA DEL NATALE

Il Natale (lat. natalis, derivato. da natus, nato) è il giorno celebrativo della nascita di Gesù Cristo (25 dicembre).Istituita a partire dal IV sec., la festa del Natale si caratterizza liturgicamente con la celebrazione di tre messe: ad noctem, in aurora, in die. II ciclo natalizio comprende un periodo di dodici giorni, in cui si celebra, oltre alla Natività, la Circoncisione (1 gennaio) e il Battesimo (6 gennaio). Un arco di tempo più ampio copre il ciclo natalizio in cui rientrano l'Annunciazione (25 marzo), l`Avvento (il periodo di quattro settimane di preparazione al Natale), la Purificazione di Maria Vergine (2 febbraio).Acquisita come fatto storico, la nascita di Gesù Cristo rimane incerta per quanto riguarda la data. Né i Vangeli né la Patristica dei primi secoli dicono niente a questo riguardo e originariamente la Chiesa non celebrava la nascita di Gesù. Col passare del tempo, tuttavia, i cristiani d'Egitto cominciarono a considerare il 6 gennaio come data della natività. L'usanza di celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in tutto l'Oriente e risulta come data per acquisita all'inizio del IV sec. Più o meno nella stessa epoca, la Chiesa d'Occidente, che non aveva mai riconosciuto il 6 gennaio come il giorno della natività, assunse come data celebrativa il 25 dicembre. Essa fu successivamente adottata anche dalla Chiesa d'Oriente e la sua diffusione coincide con le lotte contro l'arianesimo. Le considerazioni che indussero le autorità ecclesiastiche a istituire la festa di Natale il 25 dicembre furono determinate da ragioni di opportunità e di rispetto di precedenti usanze pagane. Tali motivi furono ammessi con franchezza da uno scrittore cristiano siriaco, secondo cui i Padri decisero di spostare la celebrazione dal 6 gennaio al 25 dicembre, in quanto era un uso pagano molto diffuso quello di «celebrare lo stesso 25 dicembre la nascita del sole, al quale venivano accesi dei fuochi in segno di festa». Anche i convertiti al Cristianesimo prendevano parte a queste feste. I dottori della Chiesa si resero conto che gli stessi cristiani avevano una certa inclinazione per questi festeggiamenti: tennero consiglio e stabilirono che la natività dovesse essere solennizzata in quel giorno e la festa dell'Epifania il 6 gennaio.Nel calendario giuliano il 25 dicembre, riconosciuto come il solstizio d'inverno, era celebrato come il giorno della nascita del Sole, poiché a partire da questa data i giorni cominciano ad allungarsi e la potenza del sole aumenta. Particolarmente solenne era la celebrazione del rito della Natività in Siria e in Egitto. I celebranti si ritiravano in appositi santuari da dove uscivano a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato dagli Egizi come un bambino. L'origine pagana della festa di Natale è implicitamente riconosciuta anche da Sant'Agostino, quando esorta i fratelli cristiani a non celebrare in quel solenne giorno, come facevano i pagani, il sole, bensì colui che aveva creato il sole.

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